C’è aria di festa! Si respira tra la piazza e le strette vie del borgo, mista tra sentimenti di speranza per il futuro e un po’ di nostalgia per le feste che furono. Ma c’è voglia e bisogno di ripartire! Di scendere in piazza e farsi abbracciare dalle luminarie della piazza, di dirigersi verso la Chiesa a fare visita al Santo, tenendo sotto braccio la propria consorte o per mano l’ultimo arrivato in famiglia che non vede l’ora di scorrazzare liberamente.
C’è aria di festa nonostante tante difficoltà e limitazioni: il ritrovarsi in famiglia, l’attendere i parenti che vivono fuori ma sempre legati alla loro terra, il turista affezionato e quello che con meraviglia si immerge nelle tradizioni della terra che lo ospita, le piccole tradizioni di famiglia, la visita ai nonni, gli auguri a chi si chiama Rocco…la festa assume i colori della speranza, festa a tratti sorda ma desiderosa di abbandonarsi alle marce della banda. E’ la festa “intima” di una comunità che scende in piazza e festeggia il suo santo patrono. C’è aria di festa: espressione di tante piccole certezze: siamo ancora qui, nonostante tutto e nonostante tutti; abbiamo voglia di futuro, di ri-partire e sapere che San Rocco ha un occhio di riguardo per i suoi fedeli è per tutti motivo di gioia. Abbiamo bisogno della sua intercessione di una mano che dal Cielo ci sostenga e ci protegga.
C’è aria di festa non per il vano tentativo di incoraggiarci dicendo che “andrà tutto bene”, ma perché abbiamo la profonda convinzione che abbiamo chi ci guarda le spalle e ci indica la via: San Rocco ci raduna attorno a sé e ri-scopriamo di essere comunità: incapaci di salvarci da soli e profondamente bisognosi sorriderci, guardarci negli occhi e abbracciarci.
