festa di San Rocco da Montpellier

Puntuale, come ogni anno, arriva la festa del nostro Santo Patrono, San Rocco da Montpellier, che sembra fare da spartiacque, in una estate torrida come questa, tra i soliti impegni lavorativi e le tanto sospirate vacanze. Sembra scontano, ma non lo è: San Rocco, la cui festa cade nel bel mezzo dell’estate ci ricorda che siamo fatti da un delicato equilibrio, quello tra lavorare (creare) e riposare. Così che se lavoriamo solamente cadiamo nell’esaurimento e, se riposiamo solamente, cadiamo nella disperazione del nonsenso. Tra l’esaurimento e la disperazione esiste proprio questo delicato equilibrio.

Lavoro e riposo servono l’uno altro. Così quando si lavora si attende e si merita il riposo e quando ci si riposa, si prepara il terreno per i futuri impegni lavorativi. Ma se la mentalità da profitto ci fa essere super efficienti in ambito lavorativo, mi domando se siamo altrettanto bravi a trovare le modalità giuste per riposarci.

San Rocco, in coincidenza con il nostro tempo di riposo, ci suggerisce che forse potremmo sfruttare le vacanze per ricercare non solo il riposo fisico e mentale, ma anche per fare ciò che in altri periodi dell’anno difficilmente riusciremmo a fare: guardare in silenzio il mare, leggere un libro, passeggiare in riva al mare con i propri figli, stare vicino ad una persona malata, scambiare due chiacchiere con gli amici, sognare attendendo l’alba, ballare, pregare, coltivare un hobby, iniziare un pellegrinaggio, visitare un museo, dedicare tempo all’ascolto dei propri cari, riconciliarsi con Dio, rallentare il ritmo.

Ce lo ha ricordato papa Francesco durante l’Angelus il 18 luglio dello scorso anno: “Non basta staccare la spina, occorre riposare davvero. E come si fa questo? Per farlo, bisogna ritornare al cuore delle cose: fermarsi, stare in silenzio, pregare, per non passare dalle corse del lavoro alle corse delle ferie. Gesù non si sottraeva ai bisogni della folla, ma ogni giorno, prima di ogni cosa, si ritirava in preghiera, in silenzio, nell’intimità con il Padre”. Il Papa insiste: nel tempo del riposo “guardiamoci, dall’efficientismo, fermiamo la corsa frenetica che detta le nostre agende. Impariamo a sostare, a spegnere il telefonino, a contemplare la natura, a rigenerarci nel dialogo con Dio.” In definitiva si tratta di gustare i momenti che viviamo: dalla festa del Santo Patrono da vivere con fede e devozione al ritrovarsi insieme come Comunità, dal “staccare la spina” per un meritato riposo al sfruttare questo tempo per “ritornare alle cose del cuore”.

Il tempo del riposo e della festa