Parrocchia Liturgia

23° domenica del Tempo Ordinario

4 settembre 2022

L’uomo di ogni epoca è affascinato dalla sapienza; la sua indole è attratta dall’ignoto per poterlo comprendere.

Il progresso della scienza induce l’uomo a ritenere che tutto possa essere realizzato, compreso e gestito.

Si è persa di vista, però, la vera sapienza, che dà senso e sapore all’esistenza; essa è di origine divina, ma è partecipata all’uomo nella misura in cui egli si pone in ascolto del Vangelo e della sequela di Gesù.

Seguire Cristo e divenire suoi discepoli è impegnativo: richiede amore, fedeltà e disponibilità a scegliere la croce.

Ciò non dipende solo dallo sforzo dell’uomo: è una grazia concessa dal Signore a coloro che lo amano (Vangelo).

L’inconoscibilità della volontà divina palesa non solo il limite della conoscenza umana, ma pone in luce la necessità di abbandonare ogni forma di supponenza intellettuale.

Senza la sapienza, che è un dono divino, l’uomo rischia di procedere su sentieri di morte privi di salvezza (prima lettura).

Paolo perona la causa dello schiavo Onesimo, figlio nella fede, affinché sia raccolto da fratello nel Signore.

L’apostolo non chiede l’affrancamento dalla condizione servile ma una relazione vissuta alla luce della fede (seconda lettura).

La sapienza della sequela