Parrocchia Liturgia

22° domenica del Tempo Ordinario

28 agosto 2022

L’umiltà è divenuta virtù piuttosto rata in un’epoca in cui l’autoesaltazione viene ostentata e apprezzata.

Ugualmente, la gratuità e il disinteresse hanno perso fascino a vantaggio del profitto e del lucro.

In questo senso il messaggio evangelico esige una inversione di marcia: Dio esalta gli umili, ricompensa chi non cerca il proprio profitto.

E’ uno stile che di fatto sovverte i valori culturali e sociali di ogni contesto umano in cui si predilige scalare verso l’alto, anziché piegarsi verso il basso, per servire nella carità (Vangelo).

L’umiltà è lo stile che deve ispirare lo stile del saggio; non deve invidiare i superbi perché Dio predilige i miti.

La condizione del superbo appare irrimediabile: l’iniquità è radicata nel suo cuore ed è impossibile estirparla, perché è pieno di sè e non si pone in ascolto della sapienza, come invece si richiede all’umile (Prima Lettura).

L’autore della Lettera agli Ebrei descrive la liturgia celeste alla quale prendono parte i cristiani: a differenza dell’alleanza sul Sinai, i credenti partecipano alle celebrazioni della Gerusalemme celeste, a cui è presente Gesù, il mediatore dell’alleanza nuova, che fonda una nuova e più stabile relazione con Dio, basata sul suo sangue (Seconda Lettura).

L’umiltà, lo stile del discepolo